Al
risveglio una brutta sorpresa ci attende: il tempo è brutto, pioviggina e
c'è nebbia. Dopo colazione partiamo e ci dirigiamo al vicino paese di
Locronan.
La nebbiolina che ha invaso il paese ci fa calare in
un'atmosfera irreale, fiabesca, di altri tempi: nessuno si aggira tra le
vie, nessuna auto transita, ci siamo solo noi a passeggiare tra queste
antiche case in granito; sembra di esserci tuffati nel Medioevo. La
nebbia, in principio considerata di disturbo, diventa così un elemento
fondamentale per rendere magico questo momento.
Le case e le botteghe
testimoniano il prospero passato dei ricchi mercanti. Tra il '500 e il
'600 il centro conobbe una grande fortuna per la produzione di tele di
lino. Nelle antiche case (XVII e XVIII secolo), nel periodo di maggiore
attività, c'era la sede locale della Compagnia delle Indie.
Raggiungiamo
la Chiesa di Saint Ronan (1424-1480) che completa la cornice della piazza;
la aggiriamo per trovarci nel cimitero del paese, il tipico cimitero
bretone dalle possenti e alte croci che sovrastano le tombe. La nebbiolina
persiste dando un tocco molto suggestivo a tutto l'insieme.
Verso le 10.45
partiamo percorrendo dapprima le strade D 63 e D 47 per trovarci poi sulla
D 887 verso la penisola del Crozon. Il percorso attraverso i numerosi
campi di frumento è molto scorrevole, nonostante il tempo uggioso, e non
c'è traffico.
All'estremità della penisola raggiungiamo la Pointe des
Espagnols: di fronte a noi, a pochissimi chilometri di distanza, c'è
Brest ma la nebbia non ci permette di ammirare il panorama. Verso
mezzogiorno riprendiamo il viaggio riattraversando la penisola del Crozon
attraverso i suoi boschi fino a raggiungere l'autostrada.
Attraversiamo
senza fermarci Brest e proseguiamo il viaggio verso est arrivando a
Landerneau.
Vogliamo vedere il celebre Ponte di Rohan, dal nome dei suoi
antichi signori: è uno dei rari esempi in Europa di "ponte
abitato" (come il Ponte Vecchio a Firenze). È situato sul tratto di
mare che si insinua verso la città; lo ammiriamo da un lato e dall'altro,
con i suoi edifici che si innalzano sopra le arcate.
Poco dopo
ripartiamo riprendendo l'autostrada e ci fermiamo a Guimiliau per visitare
sotto una debole pioggerella il suo famoso Calvario. Entriamo nell'"enclos"
parrocchiale (letteralmente "recinto", lo spazio sacro nel quale
sorgono la chiesa, il battistero e il cimitero): al centro è eretto il
Calvario, un vero e proprio testo di catechismo dedicato alla
rappresentazione di eventi, quali la Passione, la Morte e la Resurrezione
di Gesù; inoltre scene della sua vita e rappresentazione di santi locali.
È costituito da un basamento in granito sul quale si ergono tre fusti di
colonne con il Cristo crocefisso al centro e altri personaggi ai lati: in
questo caso Maria e Giovanni.
Dopo aver individuato sulla guida e
prenotato la camera per la notte, verso le 16.00 riprendiamo il viaggio in
autostrada fino a Morlaix per poi uscire e prendere la strada D 786.
Attraversiamo la cittadina di Plestin-les-Grèves e per la prima volta
vediamo il mare della Manica.
Proseguiamo fino a Trébeurden: da qui a
Perros-Guirec c'è la Costa di granito rosa. Nonostante il brutto tempo percorriamo la strada
litoranea ricca di spiagge di sabbia chiara e fine protette da massi di
granito che l'acqua e il vento hanno forgiato in forme bizzarre: lo stesso
colore rosa del granito varia durante il giorno e le stagioni.
Riprendiamo
il lungo viaggio riprendendo l'autostrada nei pressi di Guingamp e
attraversando St-Brieuc, Lamballe per arrivare infine a Plestan, al "Clos
Brulé", dove ci aspetta la nostra camera.
Il cielo è sempre grigio,
ma le previsioni meteo annunciano un miglioramento per il pomeriggio
dell'indomani: ci addormentiamo fiduciosi.
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